L’obiettivo di quest’anno dell’Earth day è “risanare la nostra Terra”, rigenerarla, “restore our Earth”. Ovvero rimediare ai danni già fatti. La storica giornata è stata istituita nel 1970: sono 51 anni che si celebra la Giornata della Terra.
Non basta più solo sensibilizzare quindi, ma è necessario rimediare. Come? Attuando politiche incentrate sulla sostenibilità ambientale da un lato, modificando i nostri stili di vita e di consumo, dall’altro. Ma non solo: ANAB vuole celebrare l’Earth Day aprendo a una visione “allargata” del concetto di rigenerazione. Troppo spesso abbiamo visto usare il termine rigenerazione per interventi di facciata, con progetti di trasformazione edilizia proposti come “rigenerativi” quando invece non lo era affatto.
L’approccio rigenerativo è un metodo di progettazione delle trasformazioni del suolo e dell’ambiente che ci circonda, che ha come obiettivo la moltiplicazione e il miglioramento della vita nei luoghi già antropizzati, comprendendo diversi aspetti, fra cui:
a) un aumento della sostanza organica (grazie all’uso di materiali organici in grado di cedere sostanza organica e trasformarla in humus) nel suolo
b) la promozione della microbiologia del suolo e delle piante (pedosfera, rizosfera, fillosfera), dell’acqua (idrosfera) e dell’aria (aerosfera) grazie all’uso di preparati probiotici e bioattivi naturali
c) l’incremento della copertura e dell’assortimento della presenza vegetale sul suolo (e anche negli ambienti urbani) per la creazione di habitat complessi
d) la promozione della presenza della fauna (micro, meso e macrofauna) come elemento di integrazione degli habitat sia naturali che artificiali
e) il miglioramento della microbiologia dell’uomo (antroposfera) degli animali (zoosfera), valorizzando il microbiota della pelle, dell’intestino, degli organi ecc. e le diverse componenti biotiche dell’ambiente in cui viviamo
La piramide rigenerativa è simmetrica e opposta alla piramide tassonomica, che vede i batteri come specie primitive e inferiori e gli animali e l’uomo come specie superiori e supposti dominatori del pianeta. Alla sommità della piramide rigenerativa (rovesciata) ci sono invece funghi, batteri, licheni e alghe. Sono loro, dal punto di vista rigenerativo, i veri padroni e dominatori della terra. Infatti è grazie ai microrganismi che piante e animali superiori possono sopravvivere, grazie ai loro processi che tutti gli altri organismi possono avere la vita.
Senza i microrganismi nessuno dei processi biologici che avviene sulla terra sarebbe possibile. E’ grazie a loro che può essere degradata la sostanza organica (e anche molte sostanze inorganiche e sintetiche) che uomini, materiali e piante producono. L’uomo ha prima ignorato l’esistenza e poi sottovalutato il ruolo dei microrganismi, mentre una loro efficace valorizzazione può permettere un aumento della qualità della vita in parallelo con il miglioramento di tanti processi naturali, seminaturali e antropici.
Tutti i materiali di cui sono composti gli esseri viventi, infatti, ma anche tutti i prodotti che utilizziamo (sia organici che inorganici) sono prima o poi soggetti a rientrare nel ciclo biologico come componenti organiche riutilizzabili e quindi “rigenerate” o a essere comunque stabilizzati in composti inerti. Non solo tutta la sostanza organica (di origine sia animale che vegetale) ma anche tutti i prodotti, naturali e sintetici, con pochissime eccezioni, vengono attaccati da funghi, batteri, alghe o altri microrganismi capaci di trasformare le sostanze di cui sono composti in qualcosa di utile e di più stabile. Batteri e funghi sono in grado di degradare e trasformare in modo naturale qualsiasi tipo di sostanza, anche inquinante, rendendola innocua e anzi utile.
Applicare un approccio rigenerativo in ambito progettuale significa perciò:
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tenere conto dell’importanza della componente biotica, intesa come l’insieme di microrganismi, piante, animali e dell’uomo per valorizzarne le funzioni di reciproca integrazione,
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creare un habitat ricco di sostanze organiche e naturali benefiche per gli habitat, per le piante, per l’uomo
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favorire l’azione dei microrganismi benefici attraverso opportune tecniche biotecnologiche naturali
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privilegiare in generale l’uso di prodotti e materiali di composizione e derivazione organica e facilmente degradabili rispetto a composti chimici complessi, sintetici e industriali tossici che invece producono impatti sul pianeta, favoriscono la creazione di ambienti inquinati e artificiali che hanno bisogno di molto tempo per essere bonificati e recuperati dai microrganismi
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anche nella costruzione o nella ristrutturazione degli edifici usare materiali organici o inorganici (come legno, terra cruda, paglia, calce, sughero, fibra di legno ecc.) in grado di creare un ambiente abitativo microbiologico sano
Le tecniche rigenerative si possono applicare all’agricoltura, all’allevamento, alla creazione e alla gestione di spazi verdi e anche, più in generale, a tutte le trasformazioni architettoniche.
L’architettura diventa rigenerativa se nei progetti di architettura si introducono tecniche e componenti naturali sia riguardo ai materiali usati nella costruzione e nella ristrutturazione degli spazi interni ed esterni di un edificio, sia nella progettazione della salubrità degli ambienti. L’obiettivo infatti deve essere produrre sia in ambito indoor che negli spazi urbani un equilibrio naturale ottimale, che veda la presenza dei microrganismi benefici e l’assenza di quelli patogeni.
La progettazione rigenerativa, oltretutto, grazie all’uso del verde urbano può anche permettere un miglioramento del microclima e una mitigazione dei consumi energetici nelle città.
Per questo l’Architettura naturale di ANAB è rigenerativa!
Non dobbiamo solo rigenerare la nostra terra, ma anche le nostre case e la nostra vita stessa!!
BE Regenerative!! BE ANAB!!
(Paolo Callioni, ANAB)